La Galleria aveva cambiato denominazione e logo solo otto anni fa, nel 2016, ma la direttrice Cristina Mazzantini ha inteso rilanciare l’immagine del museo puntando anche a coinvolgere maggiormente le nuove generazioni.
Il progetto di rebranding e di renaming che ha avuto maggiori consensi tra quelli sottoposti a valutazione è firmato da Lorenzo Marini, noto designer e creativo, che ripropone l’acronimo GNAM, identificativo del museo e della sua collezione, con quattro barre verticali che richiamano le colonne della facciata dell’edificio e segnano gli spazi tra le singole lettere, aggiungendo una “C” di contemporaneo “speciale”.
Un logo dinamico e flessibile
Mentre la scritta G|N|A|M| utilizza un carattere tipografico basico, il nuovo logo aggiunge una “C” rossa pittorica, pensata per evolversi in diverse declinazioni grafiche a seconda del contesto.
“Un logotipo contemporaneo oggi non può vivere solamente in una dimensione statica, cartacea e bidimensionale. Secondo le nuove evoluzioni della comunicazione digitale internazionale, si deve animare, modificare in base alle necessità e diventare un elemento variabile nella cornice istituzionale della GNAM”.
Queste le parole con cui Lorenzo Marini descrive il senso del suo logo “camaleontico”, in grado di adattarsi a utilizzi diversi, ma sempre saldamente connesso con la tradizione della Galleria. E anche gli stili possono cambiare in continuazione, con una “C” mutevole che possiamo immaginare anche dipinta alla maniera di Van Gogh o di Warhol, ispirandosi ai capolavori che il museo custodisce.
Ecco allora che, come dichiara Cristina Mazzantini, “il dinamismo diventa la dimensione espressiva che identifica la nuova GNAM, che punta a stringere una relazione creativa personalizzata con i visitatori”.