
Il ritratto dell’artista. Nello specchio di Narciso. Il volto, la maschera, il selfie
La Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì celebra il ventennale delle grandi mostre promosse in collaborazione con il Comune di Forlì con una esposizione dedicata al tema dell’autoritratto, diretta da Gianfranco Brunelli e curata da Cristina Acidini, Fernando Mazzocca, Francesco Parisi e Paola Refice.
La mostra, con oltre 200 opere, indaga il tema dell’autoritratto, ricordo dell’antico mito di Narciso, già narrato da Ovidio nelle Metamorfosi ‒ il rispecchiamento di Narciso è l’auto-rispecchiamento dell’artista ‒ e ripreso quale definizione dell’artista da Leon Battista Alberti, a metà del Quattrocento. Il Narciso di Alberti dà l’avvio al ruolo dell’artista nella modernità, che consegna la propria immagine ai posteri rendendo eterna la propria opera.
Il percorso
Il percorso espositivo, che si sviluppa in quattordici sezioni, vuole illustrare l’evoluzione dell’autoritratto dalle prime rappresentazioni umanistiche agli inizi di questo secolo, attraverso capolavori della pittura e della scultura, oltre a suppellettili, arazzi, manoscritti, disegni, incisioni, fotografie e video. Dal Medioevo a Marina Abramović passando da un’analisi del tema della maschera e dalle allegorie dello specchio fino alla dissoluzione dei corpi, tema comune del Novecento. Il progetto di allestimento e la direzione artistica sono a cura dello Studio Lucchi & Biserni.
L’immagine dell’artista
Come scrive Gianfranco Brunelli, “niente come un’autorappresentazione ci permette di cogliere l’essenza di un artista nel suo tempo, il suo io narrante, l’immagine che ha di sé, del suo ruolo sociale, la sua visione del mondo, ma anche l’esplorazione intima e la proiezione di sé, di come egli vuole che gli altri lo vedano, che intendano la sua opera e il suo stile. Nell’autoritratto l’artista si sdoppia nel duplice ruolo di soggetto e oggetto, di modello e di artista. L’occhio si posa su di sé, l’immagine ritratta è un alter da sé ed è un sé. Segno, traccia, memoria, riflesso, rispecchiamento da tradurre in un’immagine definitiva, giocata nel tempo, contro il tempo, oltre il tempo”.
Immagine di anteprima: Veduta della mostra. © Emanuele Rambaldi, courtesy Museo Civico San Domenico
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