
de bello. Notes on war and peace
La prima collettiva ospitata negli spazi di Gres Art 671 affronta uno dei temi più urgenti e universali della storia dell’umanità: il conflitto. Con oltre 30 artisti e opere che spaziano dalla pittura quattrocentesca al videogame, la mostra propone una riflessione profonda a più voci sulla guerra e sulla possibilità della pace. Artisti accomunati dall’aver vissuto e indagato la guerra attraverso l’arte, in grado di trasmettere come l’esperienza del conflitto modelli le emozioni, le percezioni e il senso di appartenenza di chi lo vive.
Il percorso espositivo e l’allestimento
Il percorso si articola in cinque sezioni tematiche – pace apparente, allarme, guerra, macerie, resistenza – che costruiscono un crescendo emotivo ed esperienziale. Le opere, molte delle quali inedite, provengono da epoche e geografie diverse, e si esprimono attraverso media eterogenei: installazioni, video, fotografia, tessuti, sculture, dipinti, suoni e ambienti digitali.
L’allestimento, firmato dallo studio 2050+, co-curatore del progetto con Francesca Acquati, trasforma gli oltre 2000 mq dell’ex spazio industriale in un paesaggio frammentato di muri in mattoni prefabbricati di cemento, evocando un interno domestico smembrato e aprendo alla possibilità della sua ricostruzione. In questo ambiente spoglio e denso di memoria, le opere emergono come tracce, segnali, testimonianze.
Gli artisti
Tra i protagonisti Marina Abramović, Joseph Beuys, Anselm Kiefer, Claire Fontaine, Cristina Lucas, Alfredo Jaar e i due ideatori del progetto, Gabriele Micalizzi, che ha trasformato alcune sue fotografie inedite di guerra in grandi arazzi di cotone, e Salvatore Garzillo che ha tradotto la sua esperienza di inviato di guerra in Ucraina in disegni in cui ha utilizzato come pigmento la terra raccolta sul posto. In mostra anche una tavola rinascimentale attribuita a Jacopo Ripanda, l’opera più antica che riporta iconografie dell’Eneide e guerrieri in battaglia, e un tappeto persiano del XVII secolo, accanto a videogiochi e installazioni sonore di sorprendente contemporaneità.
Attraverso un impianto narrativo che rifiuta le retoriche ufficiali per aprirsi a voci individuali, intime, divergenti, la mostra interroga la guerra come condizione esistenziale e culturale, e l’arte come possibilità di resistenza, memoria e rinascita.
Immagine di anteprima: Veduta della mostra, © Diego De Pol. Courtesy gres art 671
© Design People Soc. Coop.