1824-2024. Il Museo Egizio programma il suo futuro

Museo Egizio
Via Accademia delle Scienze 6
Torino
Un ampliamento del Museo con un progetto firmato dallo studio OMA di Rotterdam, il riallestimento di alcune sale, una nuova sala immersiva e una identità visiva rinnovata confermano la vocazione dell’Egizio come laboratorio di contemporaneità.

Il bicentenario del Museo Egizio di Torino è stato lo spunto per ripensare il suo ruolo, i suoi spazi, la sua immagine.

Il progetto vincitore del concorso internazionale di idee per il Museo Egizio 2024 – guidato da David Gianotten e Andreas Karavanas di OMA, in collaborazione con gli architetti locali Andrea Tabocchini Architecture, T-Studio e il consulente storico professor Andrea Longhi – inizia a marzo 2024 la sua fase costruttiva dopo mesi di confronto tra gli architetti e i vertici e i curatori del Museo, l’Accademia delle Scienze, proprietaria del palazzo barocco del Collegio dei Nobili, sede del Museo, e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino.

Si darà così concretezza a un progetto ambizioso di rifunzionalizzazione della corte e di restituzione alla città di un nuovo spazio pubblico, di allestimento di un giardino egizio nella corte coperta, di una nuova sala immersiva all’interno del Museo, del restauro e del riallestimento del Tempio di Ellesija e della Galleria dei Re.

 

Gli interventi in via di realizzazione

Il centro di gravità del Museo Egizio più antico al mondo si sposta, dunque, nella corte del palazzo barocco del Collegio dei Nobili, che si trasformerà in una nuova agorà (piazza Egizia), su due livelli, piano terreno e piano ipogeo, coperta da una struttura trasparente in vetro e acciaio. Si tratta di uno spazio aperto gratuitamente, di fatto di un ampliamento del Museo e di Accademia delle Scienze, che avranno a disposizione circa 975 metri quadrati in più. Un luogo in cui convivranno un giardino egizio, un bookshop nel porticato, che sarà nuovamente aperto verso la corte, una caffetteria, la biglietteria e l’info point del Museo e dell’Accademia delle Scienze.

Dalla corte si potrà accedere direttamente e gratuitamente al Tempio di Ellesija, il più antico tempio rupestre della Nubia, che approdò a Torino nel 1966, dono del governo egiziano, in segno di gratitudine per la partecipazione del nostro Paese all’operazione di salvataggio dei templi in occasione della costruzione della diga di Assuan.

Sempre dalla corte si accede al piano ipogeo dove, grazie a un progetto all’avanguardia con l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, nascerà una nuova sala immersiva. Il visitatore dal centro di Torino verrà trasportato virtualmente in Egitto, all’interno del paesaggio, una quarta dimensione in cui appassionati e studiosi potranno ricontestualizzare la collezione del Museo e immergersi in atmosfere lontane, nel tempo e geograficamente.

Nel corso dell’anno è previsto anche il riallestimento della Galleria dei Re che la vedrà immersa nella luce naturale. Attraverso le finestre che verranno riaperte si potranno intravedere gli elementi dello statuario.

Alla base di questa evoluzione verso un Egizio più trasparente e permeabile alla comunità scientifica e alla collettività, c’è l’idea di un museo come laboratorio della contemporaneità, in cui la storia, l’archeologia e la ricerca, siano sì uno strumento per preservare il passato e la memoria, ma anche una sorta di lente di ingrandimento sull’oggi e su un patrimonio condiviso che permette di sentirsi parte di un’unica collettività.

 

Il progetto OMA nel dettaglio

Come scrive OMA, il progetto riorganizza le aree pubbliche del Museo in sei distinti spazi urbani, ognuno con una scala, una funzione e una qualità uniche. Il più grande di questi spazi è la piazza Egizia, concepita come un’area pubblica condivisa tra il Museo Egizio e la città. Una “spina” centrale collega i sei spazi urbani tra loro e anche le due entrate del Museo su via Accademia e via Duse. Un motivo geometrico al piano terra, ispirato a reperti del Museo, come la maschera funeraria di Merit, crea una continuità visiva tra gli spazi urbani.

La piazza Egizia è un cortile a doppio livello, multifunzionale, concepito come un palinsesto della storia del Museo Egizio. Qui vengono esposte l’architettura originale del palazzo e le tracce delle modifiche apportate nel corso del tempo. A livello strada, sono state restaurate le numerose aperture storiche del cortile, chiuse sin dalla ristrutturazione del 2010, ricollegando questo spazio pubblico alla città. Al livello -1, dove si trovano il giardino egizio e lo spazio per eventi e apprendimento, è stata scoperta la facciata originale del Collegio dei Nobili, anch’essa nascosta dopo gli interventi del 2010. Due aperture a pian terreno, direttamente sopra il giardino egizio e lo spazio per eventi e apprendimento, portano luce e conducono i visitatori al livello sotterraneo.

Sopra la piazza Egizia è stata installata una copertura trasparente, sostenuta da prolungamenti delle colonne esistenti, per creare un ambiente temperato. La griglia strutturale in acciaio rivestita in alluminio della copertura, definita dal ritmo regolare della facciata del Collegio dei Nobili, funge anche da dispositivo di raccolta delle acque piovane, ventilazione dell’aria e illuminazione, rispondendo alle ambizioni del Museo in termini di sostenibilità.

 

Una nuova immagine

Sempre in occasione del bicentenario il Museo Egizio ha voluto rinnovare anche la propria immagine e progettare un’identità visiva dedicata, che è stata creata in collaborazione con Studio FM. La creatività conferisce un grande peso al pittogramma del logo, che diventa motivo decorativo alludendo al percorso fatto in questi 200 anni.

Il claim “200 anni di Museo Egizio. La memoria è il nostro futuro”, accompagnato da un logo con lettering essenziale, diviene così il segno distintivo del bicentenario e delle sue celebrazioni.

© Design People Soc. Coop.

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