Incontri

Comunicare oggi il museo. Incontro con Rita Capurro

Sappiamo quanto sia importante oggi la comunicazione per un museo. Il Museo e Tesoro del Duomo di Monza espone un significativo patrimonio di arte sacra, questa peculiarità pone più difficoltà nella comunicazione rispetto ad altra tipologia di museo?

Se qualche difficoltà c’è non riguarda complessivamente le collezioni del Museo; non dimentichiamo che molto del patrimonio culturale antico dei musei italiani ed europei nasce come patrimonio di interesse religioso, se non altro per temi iconografici o destinazione originaria.

Chi viene al Museo è attratto principalmente dalla collezione del Tesoro che riveste significato religioso ma anche storico, politico, artistico; gli strumenti interpretativi diretti e indiretti su questa parte della collezione cercano di rappresentare questa complessità. Un caso a parte riguarda la Corona Ferrea che è reliquia per la Chiesa cattolica e anche la sua fruizione segue per questo una modalità differente rispetto al resto. La Corona è conservata all’interno della Cappella di Teodolinda che è dentro il Duomo di Monza. La sua fruizione è vincolata dalle celebrazioni liturgiche ed è sempre accompagnata dalla guida del personale del Museo. Il segno di comunicazione “forte” di questa visita dovrebbe essere dato proprio dal cambio di passo rispetto al museo, dal fatto che si varca una soglia che immette in uno spazio sacro. Tuttavia, riconosco che non sia esattamente riconosciuta da tutti questa peculiarità e, anzi, talvolta il rischio è che lo spazio sacro della chiesa sia percepito solo come un luogo di arte. L’impegno del Museo è di operare per trovare le soluzioni comunicative per favorire la comprensione di spazi e collezioni; questo non si risolve nell’applicazione di formule o linee guida ma è un lavoro di ricerca per modulare equilibri specifici in un’altrettanta specifica situazione.

Percepisce un effetto “Monna Lisa” in chi visita il vostro Museo che custodisce opere simbolo di grande attrazione o c’è interesse per la collezione nel suo complesso?

La Corona ferrea è sicuramente l’opera icona del Museo come lo è per la città di Monza. Tutti i visitatori del Museo desiderano vedere la Corona e, viste le condizioni peculiari delle visite, è necessario regolare gli ingressi con un sistema di prenotazione. Poiché è possibile acquistare un biglietto esclusivamente per la visita alla Cappella di Teodolinda e alla Corona, osserviamo che sono un numero considerevole i visitatori che scelgono solo quella opzione.

Per quanto riguarda la visita del Museo, l’interesse dei visitatori è particolarmente concentrato sul Tesoro che include capolavori straordinari e oggetti rari e rilevanti. L’impegno del Museo è di valorizzare tutte le parti della collezione anche con eventi mirati. Ci stiamo lavorando, speriamo di vederne presto gli effetti. Parlo al plurale perché il lavoro di squadra è fondamentale nelle strategie e azioni nel mio museo.

Quale oggetto/opera della collezione meno conosciuto vorrebbe segnalare al visitatore?

È difficile scegliere un oggetto ma c’è una piccola sezione della collezione che, sebbene di grandissimo pregio, non attrae particolarmente l’attenzione dei visitatori: si tratta della collezione di tessili antichi, databili anche al VI secolo. La sezione a loro dedicata necessita sicuramente di qualche aggiornamento, a partire dagli apparati informativi. Se il compito del museo è di rendere il visibile leggibile, in questo caso dobbiamo lavorarci un poco.

Il Museo ha un forte legame con il territorio, questo legame è sufficiente per comunicare con il pubblico?

Confermo che per i monzesi il Museo e le sue collezioni sono sentiti come un patrimonio della comunità. Per il lavoro del Museo questo è un elemento molto stimolante perché abbiamo una comunità di riferimento che ci sollecita a ripensare l’interpretazione delle collezioni; da alcuni anni infatti la partecipazione e l’ascolto della comunità per la vita del Museo sono riconosciuti come imprescindibili, tanto da entrare anche nella definizione più recente di ICOM (Praga, 2022) e il Museo e Tesoro di Monza si sta muovendo in quella direzione. L’ascolto e la partecipazione della comunità sono ad esempio al centro del progetto di un prossimo allestimento che prevede anche il possibile inserimento in Museo di resti umani. Si tratta di un patrimonio delicato, che implica anche valutazioni di tipo etico e che riguardano un personaggio rilevante della storia della città. La partecipazione della comunità a questo processo sarà fondamentale per orientare le decisioni del Museo.

A queste considerazioni aggiungerei anche che il legame con territorio e comunità non esaurisce l’interesse alle collezioni del Museo. I tesori di Teodolinda e Berengario, le ampolle di Terrasanta e altri elementi delle collezioni attraggono l’attenzione di studiosi e visitatori da tutto il mondo e hanno quindi rilevanza rispetto ad altre comunità di riferimento che vanno dagli estimatori della civiltà longobarda alla comunità dei fedeli e studiosi dei pellegrinaggi delle origini cristiane.

Che riscontro avete in termini di visitatori? Quale proporzione c’è tra pubblico che viene dalla regione e pubblico che viene da fuori regione?

L’anno scorso abbiamo chiuso l’anno con un totale di quasi 55.000 visitatori. La Lombardia, insieme a tutto il Nord Italia è certamente il bacino d’utenza più ampio dei nostri visitatori, anche se abbiamo turisti e scolaresche da tutta Italia, che organizzano gite e viaggi che comprendono anche Monza e il nostro Museo nel loro itinerario: molti tornano piacevolmente stupiti dalle bellezze di una cittadina che avevano considerato “minore” rispetto ad altri poli turistici più grandi e conosciuti.

I visitatori stranieri nel 2024 sono stati quasi 5.000, provenienti da più di 90 diversi paesi. In vetta ci sono gli Stati Uniti e, a seguire, l’Europa con Germania, Francia e Spagna, insieme a una buona fetta di visitatori svizzeri.

Veduta generale dell’interno del Museo. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza, foto Piero Pozzi
Veduta generale dell’interno del Museo. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza, foto Piero Pozzi
Veduta generale della Sala del Rosone del Museo. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza, foto Piero Pozzi
Veduta generale della Sala del Rosone del Museo. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza, foto Piero Pozzi
Allestimento della mostra temporanea “Vigevano e Monza” con la ricostruzione del polittico di San Giovanni Decollato di Stefano de’ Fedeli. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza, foto Ilaria Torretta
Allestimento della mostra temporanea “Vigevano e Monza” con la ricostruzione del polittico di San Giovanni Decollato di Stefano de’ Fedeli. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza, foto Ilaria Torretta
Manifattura ostrogota e carolingia, Corona Ferrea, oro, gemme, smalti e un anello metallico, V-IX secolo. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza, foto Raffaello Brà
Manifattura ostrogota e carolingia, Corona Ferrea, oro, gemme, smalti e un anello metallico, V-IX secolo. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza, foto Raffaello Brà
Produzione tardo romana, Chioccia con sette pulcini, lamina d’argento su anima di legno, gemme e vetri, basamento di rame dorato, IV-VII secolo, Museo e Tesoro del Duomo. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza, foto Raffaello Brà
Produzione tardo romana, Chioccia con sette pulcini, lamina d’argento su anima di legno, gemme e vetri, basamento di rame dorato, IV-VII secolo, Museo e Tesoro del Duomo. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza, foto Raffaello Brà
A sinistra: Officine palestinesi, Ampolla-reliquiario contenenti gli oli dei Luoghi Santi, lega di piombo e stagno, argento, fine VI-inizio VII secolo. A destra: Bottega milanese, Stocco di Estorre Visconti, acciaio, argento e rame dorato, 1400-1410. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza, foto Piero Pozzi
A sinistra: Officine palestinesi, Ampolla-reliquiario contenenti gli oli dei Luoghi Santi, lega di piombo e stagno, argento, fine VI-inizio VII secolo. A destra: Bottega milanese, Stocco di Estorre Visconti, acciaio, argento e rame dorato, 1400-1410. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza, foto Piero Pozzi
A sinistra: Bottega milanese, Calice di Gian Galeazzo Visconti, argento dorato e smalti, 1396-1402 ca. A destra: Officina carolingia, Reliquiario del dente di san Giovanni, oro, gemme e perle, IX secolo. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza, foto Piero Pozzi
A sinistra: Bottega milanese, Calice di Gian Galeazzo Visconti, argento dorato e smalti, 1396-1402 ca. A destra: Officina carolingia, Reliquiario del dente di san Giovanni, oro, gemme e perle, IX secolo. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza, foto Piero Pozzi
A sinistra: Teodolinda offre il duomo alla città, modello preparatorio per una delle guglie del Duomo, gesso, 1907-1908. A destra: Scuola lombarda, Ancona della Vergine della Vergine, tempera su tela di lino, 1470-1485 ca. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza, foto Piero Pozzi
A sinistra: Teodolinda offre il duomo alla città, modello preparatorio per una delle guglie del Duomo, gesso, 1907-1908. A destra: Scuola lombarda, Ancona della Vergine della Vergine, tempera su tela di lino, 1470-1485 ca. © Museo e Tesoro del Duomo di Monza, foto Piero Pozzi

 

Quale strategia state seguendo per valorizzare il patrimonio del Museo?

 Stiamo lavorando su diversi fronti che interessano tutte le attività del Museo. L’obiettivo strategico è quello di rafforzare la relazione con i diversi pubblici, potenziare gli strumenti interpretativi, valorizzare le diverse collezioni.

Tra le azioni avviate ricordo che stiamo strutturando i servizi educativi, un aspetto fondamentale del Museo, che fino a ora era stato un poco trascurato. Abbiamo rinnovato il nostro sito, aperto per la prima volta dei canali social, attivato collaborazioni per consentire anche la fruizione di alcuni beni che il Museo gestisce ma che difficilmente erano visitabili, come, ad esempio, la chiesa di San Maurizio, ovvero la chiesa della Monaca di Monza.

Rispetto alle collezioni, abbiamo avviato un protocollo di manutenzione programmata che ci consentirà anche di approfondire la conoscenza materiale dei nostri beni. Attraverso la collaborazione con università e altri enti di ricerca desideriamo potenziare la ricerca su tutte le componenti della vita museale. Abbiamo anche avviato eventi specifici come mostre e conferenze per variare l’offerta culturale.

Le mostre temporanee possono contribuire a questa valorizzazione e in che modo?

 Il mio è un piccolo museo e non ha purtroppo uno spazio esclusivamente dedicato alle mostre temporanee quindi dobbiamo lavorare su esposizioni di dimensioni contenute, compatibili con un allestimento all’interno della Sala del Rosone, spazio ampio in proporzione alle contenute dimensioni del Museo, ma nel percorso delle collezioni permanenti.

Certamente le mostre temporanee sono un’occasione importante per mettere in luce elementi diversi delle collezioni del Museo, per fare ricerca e divulgazione ma anche per occuparsi degli aspetti conservativi delle opere.

Noi abbiamo aperto quest’anno con una piccola mostra che mette insieme le uniche tre tavole superstiti di un polittico realizzato per il Duomo di Monza da Stefano de’ Fedeli nel 1478. Di questa mostra solo una delle tre tavole è un prestito che giunge dal Museo del Tesoro del Duomo di Vigevano, le altre due tavole sono nella nostra collezione permanente. Questa piccola mostra ha puntato l’attenzione su una parte della collezione del museo che normalmente non è al centro dell’interesse dei visitatori. Le visite, le presentazioni speciali, le conferenze di approfondimento hanno destato un nuovo interesse sulle tavole ed è nostro compito tenerlo vivo anche quando l’evento terminerà.

Quali eventi avete in programmazione per il 2025?

 Dopo la mostra dedicata al polittico di San Giovanni Battista di Stefano de Fedeli, avremo una nuova mostra in autunno dedicata a un artista monzese, Andrea Sala, riferimento, in quanto docente di pittura, per molti artisti che si sono formati a Monza. Questa mostra è un omaggio all’artista a dieci anni dalla sua scomparsa ma per il Museo, che non ha in collezione sue opere, è un modo di partecipare al senso dell’anno giubilare, incentrato sul tema della Speranza. Infatti, la mostra sarà declinata proprio sul valore della formazione come ponte verso il futuro. La mostra sottolineerà il legame profondo e necessario tra il Museo e il Duomo, in questo caso attorno al Giubileo.

Sono programmati poi diversi eventi, alcuni dei quali collegati ad iniziative promosse dagli enti territoriali; tra gli altri ricordo MedFest, un festival dedicato al Medioevo, che si terrà tra settembre e ottobre e la XXIII edizione del progetto Ville Aperte in Brianza, con aperture e visite speciali dedicate.

© Design People Soc. Coop.