Il design si oppone alla guerra
Tre matite incrociate a formare un cavallo di Frisia: questa l’immagine della mostra disegnata da Studio Folder, per l’esposizione “Contro la guerra. 7 designer per Emergency”, che dà vita a uno spazio di riflessione sul presente e sul futuro dell’umanità, sui modi della convivenza. Fedele al suo fondatore, Gino Strada, Emergency non solo ripudia la guerra, ma crede nella possibilità di costruire la pace passo dopo passo attraverso piccoli gesti, di trasformare un’utopia in realtà.
Il design non è neutrale
Come ricorda il curatore, Giulio Iachetti, anche le armi sono “pensate, disegnate, progettate e perfezionate da designer e ingegneri”, da qui la necessità di schierarsi, di assumere la propria responsabilità. Gli oggetti in mostra sono per Iachetti “piccoli atti di disobbedienza civile”, “sette voci che si oppongono alla retorica della guerra come male necessario”.
Alcuni progetti
Accompagnato dallo sguardo e dalle parole dello scrittore Giacomo Papi, il percorso inizia con Una T-shirt di Lorenzo Damiani su cui il logo di Emergency è cucito con un filo di poliestere color oro, proveniente da una coperta isotermica, come quelle utilizzate nel salvataggio dei migranti, oppure composto da tessuti che richiamano i paesi in cui l’ong lavora da anni come Afghanistan, Sudan, Palestina, Ucraina, e dal jeans, simbolo del mondo occidentale.
Lettere dal fronte di Giulio Iachetti invita i visitatori a sedersi e scrivere, rigorosamente a mano, a una persona con cui vogliamo ricucire un dialogo. Le lettere imbucate nell’apposita feritoia verranno effettivamente spedite, assicura il designer, per contribuire a rimettere insieme ciò che è stato separato.
Un cambio di prospettiva ci chiede Sara Bozzini con C’ero, candela per preghiere orizzontali che illumina chi ci sta accanto. L’invito è a non aspettare risposte dall’alto ma a costruirle insieme agli altri.
Riccardo Blumer propone Custodia per disinnesco, un doppio guanto di lana realizzato ai ferri dalle volontarie presenti in mostra, con cui entrare in contatto, grazie alle mani che si incontrano, con le altre persone.
Le altre installazioni
Una sagoma da bersaglio realizzata con uno specchio è Bersagliati di Donata Taruccini, un modo per pensare che potremmo essere noi il nemico da colpire, la cui immagine si riflette nello specchio.
Due proiettili che si fronteggiano con incisa la scritta Ti amo: così Marco Ferreri ha chiamato la sua installazione in cui si capovolge il concetto dell’uccidere per amore, di Dio, della patria, di qualcuno, mentre per amore si crea e non si distrugge.
La mostra si chiude con il Muro di poesie di Paolo Ulian: costruito con fogli di carta su cui è stampata una poesia, verrà abbattuto dagli stessi visitatori man mano che prenderanno un foglio e lo porteranno via con loro.
Come sottolinea Simonetta Gola, direttrice della comunicazione di Emergency, i progetti in mostra ci parlano in modi diversi di connessione e “la pace si costruisce custodendo le relazioni”.
© Design People Soc. Coop.