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Per celebrare il centenario della nascita di Enrico Baj, il Comune di Milano, sua città natale, ha promosso una mostra, curata da Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj e prodotta da Palazzo Reale con Electa, che propone quasi cinquanta opere all’interno di un arco temporale che dai primi anni Cinquanta giunge agli inizi del Duemila, attraversando le diverse fasi di ricerca di uno degli artisti più poliedrici nel panorama italiano. Torna nella Sala delle Cariatidi l’opera dedicata a I Funerali dell’anarchico Pinelli, che per la prima volta viene integrata in un percorso antologico e dialoga con altri lavori di Baj.
La messa in scena site-specific, progettata da Umberto Zanetti, ZDA Zanetti Design Architettura con la sponsorizzazione tecnica di UniFor per gli allestimenti, è pensata per armonizzare le opere dell’artista e il contesto storico di una delle sale più rappresentative del Palazzo.
Ritroviamo i suoi personaggi ormai entrati nell’immaginario collettivo come i Generali e le Dame, gli Specchi e i Mobili riuniti in uno spazio quasi teatrale, seguendo una specie di sceneggiatura in cui dialogano arte e letteratura, colori e parole. Un autore che ha utilizzato ironia e grottesco per combattere ogni forma di potere costituito, un artista eclettico che con la tecnica del collage assemblava i materiali più disparati.
La mostra di Milano si intreccia con la mostra omonima aperta presso il Museo della Ceramica di Savona, con una sezione anche al MuDA – Museo Diffuso Albisola di Albissola Marina, nelle sedi del Centro Esposizioni e di Casa Museo Jorn. Una testimonianza diretta di questo eclettismo di Baj, due itinerari autonomi ma complementari in cui troviamo opere eseguite in tecniche diverse, grafica e ceramica, che hanno accompagnato la pittura polimaterica che l’artista prediligeva.
Immagine di anteprima: Enrico Baj, Parata a sei, 1964, olio e collage su stoffa, 190 x 480 cm, Archivio Enrico Baj, Vergiate (VA)
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