
Da Serafini a Luigi. L’uovo, lo scheletro, l’arcobaleno
A dieci anni dall’inaugurazione del Labirinto della Masone, Luigi Serafini torna nel luogo dove tutto ebbe inizio. La mostra, ideata insieme alla Fondazione Franco Maria Ricci, rende omaggio all’artista e all’universo surreale che lo accompagna fin dal mitico Codex Seraphinianus, pubblicato per la prima volta da Ricci nel 1981.
Il percorso espositivo
Il percorso, interamente site-specific, si articola in tre sezioni, secondo l’unica scansione temporale mai riconosciuta da Serafini: pre-Codex, Codex e post-Codex. Nella prima parte, il pubblico potrà scoprire opere inedite che raccontano l’origine dell’immaginario serafiniano: la casa di Pedaso nelle Marche, l’architettura, un viaggio americano e uno sguardo poetico sul reale che precede l’esplosione visionaria.
Al centro dell’esposizione, il Codex Seraphinianus, opera culto che ha affascinato artisti e registi come Calvino, Fellini e Burton. In mostra, le tavole dell’enciclopedia impossibile dialogano con sculture tridimensionali, dando corpo alle visioni di un mondo parallelo, scritto in una lingua inventata, limpida e indecifrabile.
La fase post-Codex raccoglie opere recenti e iconiche, tra cui sculture, fotografie e l’esperienza immersiva della Domus Seraphiniana, dimora dell’artista oggi a rischio scomparsa. Un viaggio tra simboli ricorrenti – l’uovo, lo scheletro, l’arcobaleno – che, come scrisse Italo Calvino, innescano il “raptus visionario” di Serafini.
Una mostra-labirinto per perdersi nel gioco dell’arte, dove ogni sala è una porta sull’inconscio e ogni opera un varco verso l’assurdo.
Immagine di anteprima: Veduta della mostra
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