La Fondazione Emilio e Annabianca Vedova ospita nello spazio del Magazzino del Sale una mostra dedicata a Eduard Angeli. I paesaggi di Venezia dipinti dal pittore austriaco non si inseriscono nella tradizione del vedutismo: Angeli non dipinge “en plein air”, ma all’interno del suo studio, con il riferimento di fotografie da lui scattate. Le sue vedute, caratterizzate dall’assenza della figura umana e da un silenzio metafisico, rappresentano i paesaggi della sua interiorità. L’eccezionale acqua alta del 12 novembre 2019 devastò l’atelier veneziano di Angeli, costringendolo a rientrare a Vienna: questa mostra segna il suo ritorno artistico nella città lagunare.
I 14 dipinti esposti colgono la malinconia caratteristica delle città post-imperiali, quell’inguaribile senso di perdita che lo scrittore turco Orhan Pamuk chiama “hüzün”. Venezia, un tempo capitale della Serenissima, risulta uno specchio per l’anima di Angeli, travolta da un sentimento a metà tra la mancanza e l’aspettativa. Secondo le stesse parole dell’artista, in questi paesaggi “le persone arriveranno oppure se ne sono già andate”. Tra le opere in mostra, Il Redentore (2016) rappresenta l’omonima chiesa del Palladio, costruita per commemorare la fine della peste. Il passaggio dalla morte alla rinascita è simboleggiato dal lungo ponte di barche allestito ogni anno sul Canale della Giudecca, in occasione della Festa del Redentore. Nell’allestimento predomina una tonalità di grigio: La laguna tranquilla (2022) è l’unica tela accompagnata da un rosso acceso. L’opera, realizzata durante il soggiorno forzato a Vienna, riflette una tendenza all’astrazione, segnata da una profonda nostalgia di Venezia. Le architetture e le “bricole” creano piccole sagome e ombre, che sfumano nel confine tra l’acqua e il cielo. Come afferma Philip Rylands, curatore della mostra e del progetto di allestimento, “nemmeno John Cage ha mai composto un silenzio profondo come quello che svuota i dipinti di Angeli”.