
Fascismo Resistenza Libertà. Verona 1943-1945
Nel segno dell’ottantesimo anniversario della Liberazione, il Museo di Castelvecchio ospita un progetto corale che intreccia storia politica, memoria civile, patrimonio artistico e impegno istituzionale. Al centro il biennio della Repubblica di Salò durante il quale Verona diventa non solo sede di ministeri, nodo ferroviario verso la deportazione in Germania, luogo di detenzione degli antifascisti ma anche luogo di imprese della Resistenza.
Dalla dittatura alla democrazia
Allestita nella Sala Boggian, luogo simbolo della città, dove si svolse il processo ai gerarchi fascisti “traditori” del Gran Consiglio, la mostra restituisce il volto complesso di Verona nei due anni cruciali che segnarono il passaggio dalla dittatura alla democrazia. Sei sezioni tematiche raccontano l’occupazione tedesca, le deportazioni, i bombardamenti, ma anche la Resistenza, la salvaguardia del patrimonio e la ricostruzione culturale.
L’allestimento
L’allestimento utilizza un percorso semi-immersivo, multimediale e interattivo che unisce strumenti digitali, videoproiezioni, ologrammi con personaggi storici allo specchio, con filmati d’epoca dell’Archivio Luce Cinecittà, documenti, fotografie e opere d’arte originali. Il visitatore incontra volti e voci del nazi-fascismo e della Resistenza: da Galeazzo Ciano a Rita Rosani, da Friedrich Boßhammer a Vittore Bocchetta, in un racconto che attraversa verità dimenticate e vicende esemplari.
L’arte salvata
Fulcro simbolico è la restituzione della mostra dell’arte salvata del 1947, tenutasi proprio a Castelvecchio, simbolo della ricostruzione della città, con una selezione di quelle opere sopravvissute alla guerra tra cui Rubens, Tiepolo e Alessandro Turchi: opere messe in salvo durante il conflitto e oggi riproposte come gesto di memoria e ricostruzione.
Un progetto espositivo pensato per tutti, ma rivolto in particolare alle giovani generazioni. Un invito a guardare la città con occhi nuovi, a riconoscere nei suoi luoghi e nelle sue ferite la traccia viva della storia.
Immagine di anteprima: l’ingresso alla mostra
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