A 500 anni dalla sua morte il Museo Poldi Pezzoli, con la partecipazione del Musée du Louvre, riunisce 24 opere di Andrea Solario tra dipinti e disegni, dando vita alla prima mostra monografica di uno degli interpreti più originali del Rinascimento lombardo.
Un modo per riscoprire la maestria tecnica e l’evoluzione stilistica di un artista influenzato dai grandi maestri come Giovanni Bellini, Antonello da Messina e Leonardo da Vinci.
Su una produzione autografa che non supera le 80 opere, i nuclei più significativi sono quelli conservati proprio al Poldi Pezzoli e al Louvre che hanno stretto una collaborazione che ha permesso non solo di realizzare la mostra, ma di condurre una campagna diagnostica sui dipinti. Radiografie, riflettografie e analisi a infrarossi hanno svelato dettagli inediti sulle tecniche esecutive e sui materiali utilizzati da Andrea Solario, mentre i restauri eseguiti su alcune opere hanno ridato loro luminosità.
Il percorso espositivo
La mostra ripercorre le tappe dei viaggi dell’artista: Venezia, dove perfeziona la tecnica a olio e approfondisce lo studio del paesaggio e delle cromie smaltate che lo caratterizzeranno; la Francia, dove, grazie al mecenatismo del cardinale Georges d’Amboise, affresca la cappella del castello di Gaillon, poi distrutto, e dipinge alcuni dei suoi capolavori; Milano, dove si dedica a soggetti sacri e profani e realizza alcuni famosi ritratti.
L’allestimento
Il progetto di allestimento e la grafica di mostra sono firmati da Migliore+Servetto, studio vincitore di numerosi riconoscimenti internazionali.
Quinte centrali inclinate e fondali a doppia inclinazione di tonalità blu fondo dividono i tre ambienti tematici, definendo il ritmo di lettura e di significato rispetto al loro posizionamento. Il piano inclinato contiene un sistema puntuale di illuminazione che determina il ruolo della luce nella lettura delle opere.
Il colore bordeaux contraddistingue l’allestimento, utilizzato per le pareti, per le quinte centrali e per la tonalità della pavimentazione. Una cromia classica e intensa che, riprendendo i colori delle sale del museo, crea un contenitore-cornice avvolgente, dando vita a una sorta di effetto “scatola nella scatola” in cui immergersi.
La grafica invita il visitatore a entrare nel contesto storico di riferimento accostando disegni e mappe ai testi. Aiuta la comprensione delle opere anche la scelta di riportare sui fondali le diverse firme usate dall’artista nelle varie fasi della sua vita, dalla giovinezza agli anni della maturità.
“Siamo intervenuti con un progetto leggero che disegna un percorso fatto di accenti e pause, per far leva sull’intelligenza emotiva del visitatore e farlo entrare in profondità nell’esperienza di conoscenza e approfondimento sull’opera di Solario”, dichiarano Ico Migliore e Mara Servetto.
L’installazione
Chiude l’esposizione l’installazione di Robert Wilson che riparte dalla sua famosa serie di video ritratti di Lady Gaga, presentata nel 2013 durante la mostra “Living Rooms” tenutasi al Louvre, in cui il volto del Ritratto di mademoiselle Caroline Rivière di Ingres si fondeva poi in slow motion a quello della cantante. Wilson infatti in questa occasione ha scelto per i suoi ritratti in movimento tre video frame provenienti dalla serie, utilizzando, al posto del Ritratto di Ingres, La testa di Giovanni Battista di Andrea Solario.