
Pietro Ruffo. L’ultimo meraviglioso minuto
Palazzo delle Esposizioni dedica una mostra alle creazioni di Pietro Ruffo, in una nuova lettura sul fenomeno dell’antropocene. Con le parole dell’antropologa Rebecca Wragg Sykes, “se riduciamo i 13,8 miliardi di anni dell’universo a un periodo di dodici mesi, i primi Homo sapiens arrivano solo pochi minuti prima dei fuochi d’artificio di Capodanno”. Secondo la visione di Pietro Ruffo, questo “minuto” può essere l’“ultimo” per l’uomo, ma non per il pianeta, che è sopravvissuto a innumerevoli catastrofi naturali. D’altra parte, si tratta di un minuto “meraviglioso” per l’incredibile quantità di innovazioni create dall’essere umano in così “breve” tempo.
Il percorso della mostra
Il percorso espositivo si articola tra la sala più ampia di Palazzo delle Esposizioni (ca. 400 mq; h 7,5 m) e le tre sale adiacenti. Come ci ha rivelato Pietro Ruffo nella nostra intervista, la mostra era stata concepita inizialmente come una rassegna antologica negli spazi al primo piano. Quando Marco Delogu e Ivana Della Portella, presidente e vicepresidente di Azienda Speciale Palaexpo, hanno deciso di cambiare la collocazione della mostra, Ruffo e il curatore Sébastien Delot hanno presto capito di dover “risolvere” lo spazio con un gesto artistico.
Il mondo prima della creazione dell’uomo
Nella sala principale, Pietro Ruffo ha concepito l’installazione site-specific Le Monde Avant la Création de l’Homme. L’opera taglia la sala in diagonale, in modo da indurre il visitatore a non limitarsi a una visione frontale, ma a muoversi con curiosità per tutta la stanza. Questa installazione autoportante, alta 4 m e lunga complessivamente 21 m (10,5 m per ognuno dei due lati), rappresenta un paesaggio di canyon, solcato da ampie sagome nere di conchiglie fossili. Pietro Ruffo ha lasciato l’apparato “scenico” a vista, come a creare un ulteriore strato “geologico-concettuale”, che rompe la quarta parete. Questa scelta trae ispirazione dalla “rottura” finale della scenografia del set televisivo in cui si ambienta il film The Truman Show. Attraverso la riflessione sul passato, diventa possibile trascendere il presente e immaginare visioni sul futuro dell’uomo e del pianeta. Nascosto da Le Monde Avant la Création de l’Homme, si trova un giardino di fossili vegetali, un omaggio ai laghi di ninfee dipinti da Monet. I supporti, in cui sono inserite queste piante primordiali, presentano altezze differenti, come a indicare l’appartenenza a strati geologici diversi.
La foresta-sipario
Intorno alla stanza l’artista ha ideato un sipario che si estende fino al soffitto, creando una realtà immersiva. In questo modo, Ruffo ha riempito lo spazio vuoto di 2,7 m che normalmente sussiste tra il soffitto e le pareti espositive di Palazzo delle Esposizioni, che arrivano fino a 4,8 m di altezza. Su questo tendaggio è riprodotto su vasta scala un disegno a penna dell’artista che rappresenta una foresta primordiale, antica di 50 milioni di anni. Quasi come se fosse sospesa sullo sfondo del sipario, si trova una sequenza di sette piccoli quadri, che dà il nome alla mostra. In questo modo, “minuto” diventa non solo una misura cronologica, ma anche un gioco di parole con le dimensioni ridotte di queste sette opere.
Le ultime tre sale
Nella sala successiva, un gruppo di quattro quadri invita il visitatore a una riflessione sull’evoluzione dell’uomo e sulla nascita con l’Homo sapiens (o già con l’uomo di Neanderthal?) del pensiero astratto. In seguito, Pietro Ruffo, architetto di formazione e appassionato studioso di cartografia, ha creato sovrapposizioni di strati “geologico-concettuali” con antiche cartine urbane di Roma e disegni di alcune celebri architetture della città. L’ultima stanza ospita la proiezione di una video installazione, realizzata dall’artista insieme alla società Noruwei: Il Giardino planetario. Le animazioni, realizzate da Noruwei sulla base dei disegni dell’artista, portano lo spettatore ad attraversare le viscere della terra, in un viaggio verso l’alto. L’emersione finale è metafora dei raggiungimenti ottenuti dal genere umano nel suo “ultimo meraviglioso minuto”.
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